III CATEGORIA

 

VICOFERTILE –ASTRA 1 - 1

 

Un altro sport

 

Tiro due rapide somme e mi rendo conto che il pareggio ci sta.

Ci sta voglio dire se vado a verificare i punti fatti dall’inizio del girone di ritorno: 10 esattamente come nelle prime quattro partite dell’andata e mi pare un buon passo.

Da qui in poi all’andata abbia perso contatto dal Sorbolo, accumulando altrettanti punti, ma in sette partite.

Ho la fastidiosa sensazione di rappresentare l’unica componente umana in un girone in cui all’andata hanno fatto i marziani quelli del Sorbolo e al ritorno stanno provando ad emularli quelli della San Leo.

Entriamo in campo con la testa con due o tre minuti di ritardo e così la partita comincia che siamo già 1 -0 per gli altri. Il centravanti avversario che pare un monumento alla storia del calcio perché di un monumento ha la stessa mobilità, ma ha anche la solidità ci infila con un sinistro cattivo dal limite dell’aria. Marco vedrà solo un altro pallone nel secondo tempo, ma già questo è sufficiente a rendermi abbondantemente tachicardico.

Siamo costretti ad attaccare su un campo che mi dicono i bene informati è stato trasformato in un campo da calcio dopo che anche le patate hanno rifiutato di farcisi piantare.

E si che non avrebbe dovuto essere difficile dissodarlo e sistemarlo dato il numero di vangatori di cui dispone  il Vicofertile, peccato che preferiscano esercitarsi sulle gambe dei nostri che sul loro beneamato terreno sul quale la palla non va dritta nemmeno se la metti su di un binario.

Non siamo brillanti, ma un paio di occasioni per pareggiare ed eventualmente passare in vantaggio le abbiamo: Simone liberato davanti alla porta si divora un gol tirando a lato e siccome l’appetito vien mangiando Auri fa lo stesso mettendo alto un pallone procurato da un brillante spunto del Pibe. Giochiamo sempre noi, ma vero calcio poco e calci tanti.

E poi mi indispettiscono anche i nostri quando a contatto con l’avversario, fallo o non fallo che sia, crollano a terra con alti lamenti: vorrei che fosse l’avversario a doversi lamentare, vorrei che andassimo avanti come carri armati.

Ecco l’unico limite di questa squadra lo vedo in quella mancanza di cattiveria che aiuta a superare anche gli scogli più duri.

Secondo tempo senza il Pibe ( a me di quelli avanti era quello che era piaciuto più di tutti, ma il calcio è bello perché ognuno di noi vede le cose in maniera diversa ) e col Mino in campo.

Il gioco è confuso anche perché su campo di cui ho prima intessuto gli elogi l’unico modo plausibile di giocare è cacciarla avanti: favorisce la difesa, ma da qualche speranza.

Accumuliamo un sacco di corner: su uno di questi Sexi con la più bella incornata della sua stagione infila in rete, ma l’arbitro annulla e non osiamo neanche chiedere perché, tanto un motivo vero o fasullo l’avrà.

Il portiere avversario si schianta a terra tre volte, ma dal momento che non arriva l’elisoccorso lo tengono insieme con un po’ di nastro adesivo e un po’ di spago e riprende il suo posto.

Ammiro il Mambro che nell’affanno che ormai ci ha presi non smette di lottare  e mi pare giusto che sia lui ad essere affondato in area solo davanti alla porta mentre sta per segnare, e mi pare giusto che sia lui che si prende la responsabilità di tirare il rigore, e mi pare giusto che sia lui a realizzare il gol del meritato pareggio.

Ancora un po’ di calci ( volevo proprio dire di calci e non di calcio ) e la partita finisce.

Qualche siparietto finale tra e con i tifosi, mentre rifletto sull’inutilità di questo terzo tempo che associa alla stretta di mano pareri poco ripetibili sull’onorabilità dei giocatori e dei loro parenti più cari.

Mi dicono che il comune di Parma sta per realizzare qui a Vicofertile un campo di calcio tutto nuovo: mi domando perché un campo di calcio? Data la maglia a strisce orizzontali tipicamente rugbistica della compagine locale, data la consuetudine dei locali a giocare con un pallone che saltella da tutte le parti, data l’attitudine degli stessi ad un modo di giocare che definirei eufemisticamente virile, non sarebbe meglio trasferire qui il glorioso Lanfranchi?

 

ASTA L’ASTRA SIEMPRE